1 milione di posti di lavoricchio

Con la campagna elettorale sono puntualmente giunte mirabolanti affermazioni sulla crescita dell'occupazione. Queste affermazioni si scontrano con la percezione comune, ma in realtà i dati non sono falsi.
L'ISTAT utilizza una definizione  armonizzata a livello europeo  ed è coerente con quella internazionale e data dall'ILO.
Come avviene da circa 25 anni in moltissimi campi, il trucco non sta nel dato, ma in cosa si rileva e nel significato che successivamente viene attribuito al dato. 
Cambiano i dettagli ma il metodo è usato diffusamente; per gli appassionati posso ricordare lo studio di sorveglianza sanitaria fatto per l'inceneritore del Gerbido.

Ma, tornando al lavoro, dal sito ISTAT risultano le seguenti definizioni:

Forze di lavoro: comprendono le persone occupate e quelle disoccupate. 

Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:
- hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;
- hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;
- sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi. 

Disoccupati: comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:
- hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive;
oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro. 

Qualunque persona di buon senso oppure interessata al problema si rende immediatamente conto che che gli "occupati" e i "disoccupati" rilevati in questo modo sono una cosa molto differente da ciò che le persone normalmente intendono.
Ma chi non ha un reale interesse al tema del lavoro e/o non crede che le cose possano andare differentemente, sbandiera gloriosi risultati, fregandosene della realtà, sperando che prevalga il tifo calcistico suol ragionamento.

Non sono riuscito a risalire alle definizioni utilizzate in passato, ma se anche fossero state utilizzate le medesime definizioni, la diversità dei contratti di lavoro  (tempo indeterminato / tempo determinato; tempo pieno / part-time e l'elevato numero di contratti definiti "atipici" fino ad alcuni anni fa, ma oggi "tipici") porta ad un significato profondamente differente dei numeri rilevati.
Buon lavoro a tutti!
Carlo

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