Ma quanto sono antipatici gli antibufala!

A fronte di una notizia curiosa, è sempre più frequente che decidiamo di consultare un sito antibufala o di digitare la "notizia curiosa + antibufala".
Ma anche se ci sentiamo fessi quando abbiamo abboccato ad una bufala, gli antibufala di professione suscitano sentimenti contradditori.
Anzi diciamocelo, sono tendenzialmente antipatici. Saccenti. Anzi, decisamente irritanti
Perché?
L'ultimo articolo antibufala, pubblicato su Le Scienze a firma di "Paolo Attivissimo" (un cognome, una garanzia)  affronta il tema degli "Astronauti cardiopatici".

Alla base degli strali antibufala c'è un articolo scientifico mal scritto, che si basa su una popolazione a rischio ridottissima (24 astronauti) e su un esiguo numero di casi, Anche ai profani è evidente che la significatività statistica di uno studio con tali caratteristiche è pressoché nulla. Ma c'è di più. Le cardiopatie sono un insieme di malattie disomogeneo e la popolazione a rischio è una popolazione di giovani adulti degli anni '60 (verosimilmente) con abitudine al fumo di sigaretta molto diversa da quella di astronauti di decenni successivi.
Insomma è una pubblicazione scientifica di scarsissimo valore, utile al massimo per formulare un'ipotesi da sottoporre a studio. E questo lo si impara all'università, al massimo quando si scrive al tesi di laurea.
Finito lì!
Ma il nostro signor Antibufala coglie l'occasione per inquadrare un articolo di scarso valore come una bufala. Per intendersi come i gattini in bottiglia.
Francamente non saprei dire se vale la pena approfondire la tematica. Comunque non sarebbe molto impegnativo.E non sono neppure in grado di dire perché qualcuno si prende la briga di scagliarsi contro l'articolo
Insomma, mio sembra che gli antibufala di professione si ergano a custodi non richiesti (?) di un'ortodossia scientifica. Dobbiamo solo chiederci se siano degli ingenui narcisi non coscienti dei danni che fanno, o se, in fin dei conti, non siano altro che sciamani (vedi)  al servizio di piccoli interessi come quelli di cui ho più volte parlato in questo blog (vedi)
Lo dico perché gli stessi a volte si cimentano con argomenti seri, come per esempio la sopetta nocività di sostanze chimiche. Per intendersi i temi per i quali ambientalisti e larghe fette di popolazione chiedano che venga utilizzato il principio di precauzione. Ed ovviamente pontificano senza sapere. Forse è bene che gli antibufala si occupino di gattini. 
Carlo

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