Sicurezza del lavoro 6 - Ma gli SPreSAL si devono occupare di infortuni e malattie professionali?

Se avete voglia di fare una riflessione scomoda, questo post è per voi!
Se amate scandalizzarvi, questo post è sempre per voi!
Per dirla in termini moderni, la "mission" dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, gli  "SPreSAL", è la prevenzione nei luoghi di lavoro. 
Gli SPreSAL non sono i soli soggetti ad avere funzioni di prevenzione per la sicurezza e la salute sul lavoro, ma sono i Servizi posti al centro del sistema pubblico per la prevenzione nei luoghi di lavoro. 
L'azione dei Servizi pubblici di norma non si esplica direttamente sui rischi, ma è rivolta verso tutti i soggetti che in vario modo sono interessati e coinvolti dalle attività per la sicurezza e la salute sul lavoro: datori di lavoro, lavoratori, responsabili dei Servizi di Prevenzione Protezione (SPP), Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) medici competenti, coordinatori per la sicurezza, associazioni datoriali, associazioni sindacali e associazioni o albi professionali.
Cosa debbano fare gli SPreSAL è ben definito dall'articolo 20 della Legge 833/1978 (la legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale....).
Ed il successivo articolo 21 attribuisce  prevede l'attribuizione delle funzioni ispettive: "... all'unita' sanitaria locale  sono  attribuiti, con decorrenza 1 gennaio 1980,  i compiti  attualmente  svolti dall'Ispettorato del lavoro in materia di prevenzione, di igiene e di controllo sullo stato di salute dei lavoratori,..."
"... spetta  al Prefetto stabilire, su proposta del Presidente della Regione, quali addetti ai servizi di ciascuna Unità Sanitaria Locale, nonché ai presidi e servizi di cui al successivo articolo 22 assumano  ai sensi di polizia giudiziaria, in relazione alle funzioni ispettive e di controllo da essi esercitate relativamente all'applicazione della legislazione sulla sicurezza del lavoro.

Al personale di cui al comma precedente è esteso il potere d'accesso attribuito agli ispettori del lavoro dall'articolo 8, secondo  comma, nonché la facoltà di diffida prevista dall'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1955, n. 520.
In sostanza  l'articolo 20 della legge 833 ha definito quali sono le attività di prevenzione e l'art 21 ha trasferito le funzioni di vigilanza. In questo contesto era (ed è...) evidente che le funzioni di vigilanza si inserivano (si inseriscono) nel quadro previsto dall'art 20. E così è stato - ed in parte continua ad essere - come ho raccontato in "Quali modelli operativi producono sicurezza e salute sul lavoro", anche se crescono sempre più le difficoltà ad impostare e realizzare progetti con basi razionali.
Ho già brevemente raccontato che quantopmeno in Piemonte, gli SPreSAL in larga misura lavorano al di fuori di progetti di prevenzione e di specifici programmi di attività. Questo non avviene per pigrizia, negligenza, trascuratezza o altre cause misteriose, ma avviene per l'assenza di governo del sistema prevenzionistico, in primo luogo da parte della Regione Piemonte.  Badate bene, ciò che manca è il "governo", non il "comando"! La prevenzione negli ambienti di lavoro è una cosa complessa ed occorre che il centro prenda le decisioni "quadro" e la periferia operi per attuarle in relazione alle peculiarità del territorio.
L'assenza di un governo, con il passare degli anni, ha lasciato una vuoto. E - come sempre capita - il vuoto si è riempito. Gli operatori degli SPreSAL (all'epoca "Sezioni TSL", poi "uoISAL") non ricevendo indicazioni, hanno iniziato a lavorare sugli infortuni e sulle malattie professionali ed hanno iniziato ad occuparsi delle responsabilità nel loro accadimento.
All'inizio la cosa è avvenuta in modo volontaristico (erano poche le realtà dove la Magistratura era attenta o aveva risorse da dedicare). Ci si occupava di casi rilevanti sotto il profilo prevenzionistico o sotto il profilo sociale. In molte USSL ci si occupava di serie di eventi con caratteristiche analoghe. E l'attività alimentava "piccoli-grandi" progetti.
Perché - bisogna dire - occuparsi delle cause (e delle responsabilità) di infortuni gravi e di malattie professionali insegna molto sui rischi e sulle (carenza delle) misure di prevenzione protezione.
Poi, progressivamente, la Magistratura ha preso in mano la partita, perché gli infortuni gravi e le malattie professionali costituiscono "lesioni personali gravi", sono cioè lesioni per le quali si deve procedere d'ufficio, quindi anche in assenza di querela.
Così gli SPreSAL che prima si occupavano "di infortuni e di malattie professionali", sono passati ad occuparsi "degli infortuni e delle malattie professionali".
Da operatore della prevenzione, ovviamente sono ben felice che la Magistratura si occupi delle responsabilità nei casi di infortunio grave e malattia professionale. Sono felice perché si garantisce giustizia sociale, ma anche perché la ricerca delle responsabilità penali è un fattore deterrente, e la deterrenza  - non solo in Italia - è un fattore rilevante ai fini dell'adozione delle misure di prevenzione.
Ma c'è un problema. 
La quantità di infortuni gravi e di malattie professionali che potenzialmente devono essere sottoposti ad indagini è estremamente elevata. E anche scremando la mole degli infortuni da quelli "evidentemente accidentali" il numero di casi è molto superiore a quanto può essere trattato dagli SPreSALE, probabilmente, anche a quanto può essere trattato dall'Autorità Giudiziaria.
Ma soprattutto, le attività per la ricerca delle responsabilità in caso di infortuni gravi tendono a monopolizzare le risorse degli SPreSAL. Capita così che le indagini sugli infortuni gravi e sulle malattie professionali impegnino una quota molto rilevante delle risorse degli SPreSAL e così - di fatto - impediscono lo sviluppo dei progetti di prevenzione (fatto salvo, come già raccontato, quanto si fa  per i cantieri edili e per l'agricoltura).

Qualcuno potrebbe pensare che  visto che la 833 ha più di 35 anni, magari è invecchiata ed occorre fare riferimento ad altre norme ed indicazioni. 
Ma il DPCM  17Dicembre 2007  "Esecuzione dell'accordo del 1° agosto 2007, recante: Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro" delinea un quadro di attività analogo all'art 20 e non prevede l'esecuzione di indagini finalizzate all'individuazione di responsabilità su infortuni gravi o su malattie professionali.
I LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), invece, citano le inchieste su infortuni e le inchieste su malattie professionali, ma non  prevedono in alcun modo la copertura esaustiva della totalità degli eventi.

Non è questa la sede per proporre soluzioni, anche perché le soluzioni, per essere utili, devono avere a monte scelte politiche ed amministrative chiare.
Intanto si può cominciare a riflettere su alcuni aspetti:
  • La riforma sanitaria non affrontò la questione delle indagini sugli eventi (infortuni gravi e malattie professionali) sia perché all'epoca l'attenzione alle responsabilità penali era molto minore, sia perché il "disegno" era differente.
  • Occuparsi delle cause e delle responsabilità nei casi di infortunio e malattia professionale è stato, ed è, fondamentale per gli SPreSAL. Gli eventi insegnano molto sui rischi e sulle misure di prevenzione.
  • La tematica, non è stata inquadrata in origine e successivamente non è stata gestita. E come tutte le cose non gestite si è sviluppata autonomamente.
  • Una cosa è occuparsi di infortuni e di malattie professionali nella prospettiva della prevezione, un conto è occuparsi degli infortuni e delle malattie professionali (cioè delle "totalità" degli eventi) sulla base delle esigenze della giustizia penale.
  • Sarebbe erroneo pensare che una prospettiva sia giusta e l'altra prospettiva sia sbagliata. Si tratta di due prospettive differenti, entrambe necessarie. Ma occorre rendersi conto che la mission degli SPreSAL e quella della Magistratura si sovrappongono solo parzialmente.
  • L'azione della Magistratura finalizzata a perseguire le responsabilità è importante sotto il profilo sociale ed etico e supporta (può supportare...) lo sviluppo della prevenzione mediante una azione di deterrenza.
  • Gli SPreSAL, tra l'altro, non sono dimensionati per garantire (anche) la ricerca sistematica di responsablità. Nelle attuali condizioni, l'attività richiesta da una committenza forte (la Magistratura) in molte realtà scaccia le attività con committenza debole (.........). Paradossalmente la ricerca delle responsabilità è fatta a scapito delle attività per la prevenzione.
  • Per altro verso, la grande quantità di risorse destinata alla ricerca di responsabilità consente la copertura solo di un percentuale degli eventi gravi. E la copertura è fortemente condizionata da aspetti operativi, per cui è quantomeno fondato il sospetto che non ci si occupi di cosa è più rilevante, ma di cosa si è "preso la precedenza".  
  • ... 
In passato ci sono state molte remore a porre le questioni sopra elencate. Si temeva infatti che interventi "maldestri" potessero peggiorare la situazione

Oggi finalmente la situazione ci consente di affrontare serenamente la questione, in quanto i margini di peggioramento, in molti SPresAL, sono estremamente ridotti.
Carlo Proietti

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