Dalla via Gluck a via Lime


L'amministrazione Montà ha sponsorizzato e portato avanti il progetto di edificazione sull'area artigianale di via Lime. 
La prevista costruzione di edifici di 4 o 5 piani (più piano "piloty" ha suscitato molte  proteste tra i residenti, in una zona di case di 1 o 2 piani. Gli edifici sono stati in parte abbassati di un piano ed arretrati, ma il malcontento persiste. (.... e le altezze restano di 16 metri). 
E sindaco ed assessore, spiegano che di più non si può fare ...., e così il progetto va avanti.  Ma cosa è successo veramente? 
La variante "Lime" al piano regolatore prevede la realizzazione di 7.500 mq di abitazioni, circa 80 - 90 appartamenti per poco più di 200 persone, su un area artigianale, in parte dismessa.
Obiettivamente l'area non è bella ed una risistemazione sicuramente può essere positiva per Grugliasco.
Quindi Montà cosa fa? Utilizza una possibilità prevista dalla Legge Regionale 20 del 2009, che permette l'aumento della cubatura degli edifici fino al 35% in caso di demolizione e ricostruzione di edifici ritenuti incongrui  con il contesto edilizio circostante, in cambio di una maggiore efficienza energetica o fini sociali.
Peccato che  chi ha redatto il piano regolatore di Grugliasco (approvato nel 2002) guardava al futuro e per permettere un recupero dell'area di via Lime, avesse già previsto un aumento della cubatura rispetto a quanto esistente.
E così applicando un "aumento di cubatura" ad una "previsione di aumento di cubatura", la situazione esplode.
L'Assessore spiega che non è stato concesso l'aumento massimo di cubatura, previsto dalla legge regionale e che l'eliminazione del "piloty", con la realizzazione di appartamenti a piano terreno è il massimo che è stato possibile ottenere! Insomma, non c'è trippa per i gatti. Di meno non si può fare! L'impresa non accetta!
E dire che io pensavo che fosse l'Amministrazione Comunale a rilasciare la concessione edilizia!
Ma per quale motivo bisogna costruire così tanto sua quest'area? 
Ci viene spiegato che costruire su un prato verde costa meno che non costruire su un area occupata. Bisogna considerare i costi di abbattimento dell'edificio (e va bene, vogliamo mettere che in questo caso l'abbattimento corrisponda all' 1,5% del valore del terreno?). Inoltre ci sono i costi di bonifica. 
Ci sono le coperture in cemento amianto e c'è la bonifica del terreno. Che farebbero ottocentomilaeuro (800.000,00 Euro) di costi di bonifica. Le coperture di cemento amianto sono 2.000 metri quadri, o poco più. 
Considerato che la rimozione dei materiali contenenti amianto deve essere fatta nel rispetto del D.Lgs 8108, D.Lgs 152/06 del DM 04.09.1994 (non spaventiamoci, sono le principali norme per la tutela della sicurezza e salute sul lavoro, per la tutela dell'ambiente e per la gestione dei materiali contenenti amianto. Ma nell'ambiente di cui parliamo è normale dare i  numeri) si può ipotizzare che 1/4 della cifra serva per la bonifica dell'amianto. 
Ed il resto? L'abbiamo chiesto al sindaco ed all'assessore:
"Serve per la bonifica del terreno, perché è inquinato dalle attività industriali che si sono svolte per decenni"
"Ma veramente erano attività artigianali e..."
"Serve per la bonifica del terreno, perché è inquinato dalle attività che si sono svolte per decenni"
"Ma è documentato che il terreno sia inquinato?"
"L'azienda dovrà demolire, togliere l'amianto e fare i carotaggi per determinare l'inquinamento del terreno"
NdR: Prelevare "carote" di terra da analizzare per ricercare sostanze inquinanti) 
"Ma sono stati fatti carotaggi per determinare quale e quanto inquinamento c'è?"
"L'azienda dovrà demolire, togliere l'amianto e fare i carotaggi per determinare l'inquinamento del terreno e sarà una spesa notevole"
" .... "
"Non si può ottenere di meglio"
Ora, una concessione edilizia è, per l'appunto, una concessione. Chi l'ottiene è colui che vuole costruire. In generale si pensa che sia l'imprenditore.
In questo caso si concede un "bonus" di maggiore edificabilità del area, in relazione a costi solo in parte documentati. Si fa appello ad un "inquinamento del terreno", possibile, ma ad oggi presunto, per giustificare un aumento di cubatura, che ricade negativamente sui residenti della zona. 
Eppure sarebbe stato semplice chiedere all'imprenditore di documentare a sue spese l'inquinamento del terreno mediante una caratterizzazione del'inquinamento del terreno, che comunque dovrà essere fatta.
Se fosse risultato un inquinamento importante, sarebbe stato riconosciuto all'impresa un importante aumento della cubatura degli edifici. Se fosse risultata una situazione  marginale, anche l'aumento di cubatura concesso sarebbe stato marginale.
Ovviamente un impresa può non essere interessata a passare per questa via. Nel qual caso, pazienza. Se si privilegia l'interesse dei cittadini, si aspetta il prossimo. 
Ma eliminare l'inquinamento non è un interesse dei cittadini? Si. eliminare l'inquinamento esistente è interesse dei cittadini. Ed il Sindaco, quale Autorità Sanitaria Locale, ha importanti strumenti per intervenire. 
Ma l'inquinamento non è "o' male oscuro" per contrastare il quale ci si rivolge allo stregone di turno! L'inquinamento, si misura e si bonifica. Non è un generico pretesto da utilizzare per  giustificare concessioni.
E allora la variante Lime? per ora va avanti come se niente fosse. 
Come dice Pumba " Mi inquino a Sua maestà!" 

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